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Che cos’è un arnia delle Api – Materiale Apistico

Scopri tutto ciò che c’è da saprere sulle arnie da apicoltura

Che cos’è un Arnia delle Api – Materiale Apistico

Sicuramente capire cos’è un’arnia non è un’impresa facile, si può dire che sia il ricovero dove vive la colonia di api domestiche, principalmente Apis Mellifera e come nella struttura naturale dell’alveare costruisce il favo.

Il termine arnia viene utilizzato come sinonimo di alveare, ma in realtà la definizione reale si riferisce ad una cassetta, tipicamente di legno che viene costruita dall’allevatore, dove appunto le api organizzano la loro colonia. Invece l’alveare viene usato come termine per indicare uno sciame che vive dentro l’arnia.

Possiamo pertanto dire che l’arnia è una struttura creata dall’uomo per allevare le api nella quale la famiglia svolge le operazioni necessarie per la propria sopravvivenza.

Per poter gestire al meglio una famiglia d’api con il fine di ricavarne del miele sono state create le arnie. All’inizio le arnie erano molto rudimentali, infatti potevano essere ricavate da un tronco, dalla corteccia di sughero, da paglia intrecciata, erano conosciute come arnie villiche.

Le arnie villiche sono costituite da un solo pezzo e presentano forme e dimensioni svariatissime, infatti possono essere coniche, coniche con una strozzatura verso l’alto, cilindriche, rettangolari, quadrate, triangolari o ottagonali.

Quali tipi di Arnie esistono?

Ne esistono dei tipi più svariati, possiamo identificare quelle conformate a cassette parallelepipede, oppure quelle ricavate dai barili fuori d’uso, quelle formate con tronchi d’alberi cavi, con cortecce di sughero, con steli di ferula scavate nel tufo.

La forma sferica sarebbe più indicata per la conservazione del calore nelle arnie; il calore si sviluppa dal punto dove si trova la colonia, cioè al centro dell’arnia, riflettendosi sulle pareti, per poi ritornare alla fine alla sua sorgente, secondo questo principio l’angolo di riflessione non è uguale a quello d’incidenza, il calore si espande dappertutto.

Le arnie villiche vengono chiamate anche arnie in pietra, come abbiamo già spiegato si tratta di blocchi di pietra a forma di parallelepipedo e cavi all’interno. Una delle due estremità più lontane, che solitamente è quadrata, è chiusa ma presenta alcuni forellini, che permettevano ovviamente il passaggio delle api.

Dall’altra parte invece l’arnia, aperta, veniva bloccata con un “tappo”, anch’esso in pietra. Essa era sigillata con della calce mista a terra, in modo da impedire il passaggio delle api. Durante il periodo della raccolta l’apicoltore toglieva il tappo e“tagliava” i favi.

Questa operazione molto spesso era cruenta per le api, l’apicoltore doveva mettere in conto di essere punto in quanto le maschere utilizzate erano spesso “arrangiate”. Per far allontanare le api dai favi si lavorava con un bastone dall’estremità bruciata. I favi raccolti venivano posati in alcuni contenitori improvvisati, che venivano poi coperti con tovaglie o strofinacci ed infine poi portati a casa.

Con il tempo le arnie si sono evolute lasciando spazio alle arnie razionali, che sono attualmente quelle usate in tutto il mondo. Le arnie villiche rimangono nella tradizione, come scopo puramente storico.

La struttura di un’arnia razionale serve per rendere più semplici i lavori da eseguire su di essa, queste tipologie di arnie rendono più facili le operazioni di controllo e cura della famiglia, rendendo più agevole il prelievo del miele.

Le arnie ai giorni nostri

Le colonie di api presenti nell’arnia possono contenere più di 90.000 individui, suddividendole in tre caste, l’ape regina, i fuchi e le api operaie. Le api che solitamente si incontrano sono quelle operaie specializzate nella bottinatura, costituiscono la parte più numerosa della colonia.

Nel tempo ci sono state consegnate molti tipi di arnia: in paglia, terracotta, ricavata da tronchi cavi, disposta in modo orizzontale o verticale. Le arnie possono essere divise in due gruppi: a favo fisso, cioè in un unico contenitore, e a favi mobili, divise in più contenitori (nido-melario). Le arnie fisse ad un unico contenitore, costringevano gli apicoltori ad estrarre il miele scacciando l’intera colonia. Il perfezionamento dell’arnia a favi mobili o a razione, si deve a Lorenzo Lorraine Langstroth, nel 1851 scoprì lo “spazio dell’ape” riorganizzando la struttura delle arnie

Classificazione delle arnie

La struttura delle arnie

  • l’arnia rustica:  si può trovare nella cavità di una pianta
  • l’arnia di pannelli o cornici mobili: sono le arnie utilizzate dall’apicoltore razionale, hanno diverse grandezze e spessore. Al loro interno sono formate da telai di legno mobili, evitano di distruggere il nido di allevamento, permettendo lo sfruttamento razionale ( come Langstroth, Layens, Dadant, Keniana)
  • l’arnia tradizionale: è tessuta in paglia, in inglese è conosciuta come skeps, che significa cesta, fu la più diffusa tra le arnie a pannelli fissi. La raccolta di questo tipo di arnie a favi fissi si realizza con l’asportazione o il taglio di questi ultimi, questo comporta che le api dopo la raccolta del miele devono ricostruire i favi.

I tipi di Arnia Esistenti

  • arnie Verticali: hanno una capacità limitata, possono essere ampliate aggiungendo dei rialzi alla camera di allevamento in relazione alle necessità
  • arnia Layens: è formata da una sola camera di allevamento di maggior volume, dove non c’è separazione tra zona di allevamento e zona di miele
  • arnia Langstroth: i telaini sono disposti perpendicolarmente alla parete dell’entrata dell’arnia. Il nido e il melario hanno la stessa dimensione, questo permette una maggiore flessibilità nella gestione delle arnie e delle attrezzature.  I melari sono molti pesanti da trasportare, perciò questo tipo di arnia è più adatta a luoghi dal clima mite e dalle fioriture abbondanti.
  • arnia Dadant-Blatt: questo modello è il più usato in Italia, deriva dall’originale ideato da Langstroth, è stato modificato poi da Charles Dadant nel 1859 e Blatt. Consideriamo la Dadant-Blatt da nomadismo, è costituita da un fondo, nido, un melario, un coprifavo, un tetto; il nido con dieci telaini e il melario con nove telaini. Esistono diverse varianti di questo tipo, le principali sono per numero di 10 favi, quella standard più usata è quella a 12 favi. Inoltre c’è anche un’altra variante l’arnia con portichetto o a cubo, dove vengono mantenute le dimensioni interne, ma cambia la forma esterna.
  • arnia Top Bar:  ha uno sviluppo orizzontale, presenta alcuni svantaggi come il favo della Top Bar, non può essere smelato con l’utilizzo di una centrifuga, ma mediante spremitura. Utilizzando la Top Bar, si aiuta lo sviluppo naturale della famiglia, le api hanno bisogno di un foglio cereo di partenza, ma il favo è costruito in maniera naturale dalle api.

Com’è strutturata un’Arnia

Iniziamo a vedere la struttura di un’arnia razionale la Dadant-Blatt,  è costituita da 3 elementi distinti:

  • il nido
  • il coprifavo
  • il tetto

Inoltre troviamo anche il melario che è adibito alla raccolta del miele.

Una parte importante che caratterizza l’arnia è il nido, uno spazio fisico dove vive la colonia d’api, il Dadant-Blatt è formato da un parallelepipedo costruito in legno.

Iniziamo dal fondo dove troviamo due listelli che sono fissati sotto la base del nido, tengono sopra elevata l’arnia dal piano d’appoggio. Al di sopra dei listelli c’è il “pavimento” del nido, che è formato da una rete a maglie sottili detta rete antivarroa. Con l’arrivo in Europa della varroa, un acaro parassita delle api, si è reso necessario l’introduzione di una rete sul fondo delle arnie.

Durante i trattamenti contro la varroa, gli acari cadono dalle api, così che la rete permetta di espellere la varroa dall’arnia. Sotto alla rete c’è un vassoio rimovibile, viene utilizzato per monitorare l’andamento dei trattamenti anti acaro.

Sopra la base troviamo le facce del parallelepipedo, sono dei pannelli in legno che creano lo spazio centrale dove vivranno le api. Per tre lati i pannelli sono senza aperture, mentre nel quarto lato, quello frontale, troviamo una fessura posizionata nella parte del pannello. Possiamo definire quest’apertura come la porta di casa delle api, le quali useranno questo passaggio per entrare ed uscire, nella parte superiore il nido rimane scoperto.

Il nido è il luogo dove la famiglia d’api vive e svolge tutte le attività, per controllare e gestire al meglio la famiglia, al suo interno vengono inseriti i telaini. I telaini hanno la funzione di supporto per la costruzione dei favi da parte delle api.

Per aiutare le api a costruire sui telaini, viene fissato un foglio cereo. Il foglio cereo è un foglio di cera sul quale viene impresso un motivo a celle esagonali. In questo modo le api costruiranno le celle in modo perpendicolare al foglio.

Come si inseriscono i telaini a nido

Per inserire in modo corretto i telaini nel nido si utilizzano due distanziatori, essi vengono fissati uno di fronte all’altro sui lati superiori del nido, sul fronte e sul retro. Così i distanziatori manterranno i telai in una posizione perfettamente parallela uno rispetto all’altro, con l’esatta distanza tra di loro.

Quali sono i vantaggi dei telaini mobili:

  • Costruzione ordinata dai favi da parte delle api
  • Possono essere rimossi
  • Aggiungendoli e Rimuovendoli è possibile seguire la crescita e la decrescita della famiglia durante l’arco dell’anno.

Si possono seguire i cambiamenti di dimensione della famiglia nel nido tramite l’inserimento di un diaframma, cioè un pannello con un telaino che serve da “separè”.

Cos’è il coprifavo

Il coprifavo o soffitta ha le stesse dimensioni del nido, il suo compito è quello di chiudere quest’ultimo. Nel coprifavo spesso è presente un foro, dove viene inserito un nutritore, che ha la funzione di nutrire le api durante determinati periodi dell’anno.

Il coprifavo va fissato su tre spigoli del nido tramite degli angolari, servono da guida per posizionare l’arnia, è necessario avere l’ultimo elemento, ovvero il tetto. Il tetto si posiziona sopra il coprifavo con lo scopo di difendere l’arnia dagli agenti atmosferici.

L’obiettivo dell’apicoltura è quello di produrre miele, perciò manca un elemento necessario per la raccolta del nettare delle api ovvero il melario.

Il nido è il luogo dove vive la regina addetta alla deposizione delle uova. Al suo interno si troveranno le uova e le larve delle api, nutrite ed accudite dalle operaie.

Inoltre oltre alla covata nel nido si troverà miele e polline. Il melario ha la stessa dimensione del coprifavo, alto poco più di 17 cm ed è aperto sia sopra che sotto. Abbiamo due distanziatori nella parte superiore dove verranno inseriti i due distanziatori per i telaini da melario.

Il melario viene posizionato tra nido e coprifavo, tra il melario e il nido viene inserita l’escludiregina, così che la regina non può raggiungere il melario. Così la regina non potrà deporre le uova anche nel melario, il quale dovrà contenere solo miele per ottimizzare le successive operazioni di smielatura.

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